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giovedì 9 agosto 2012

9 Agosto 2012. Visita al National Museum of Korea


Dei lavori in corso, costringono il visitatore a passare in una porzione di strada transennata .
Si arriva ad uno slargo con dei negozi sulla sinistra e degli alberi piantati qui e la nel centro. Dei giovani fanno la fila nei pressi di un negozietto che vende del kebab. L'exhibition hall è imponente, come ormai consolidato costume archittetonico di questo Paese, nella costruzione di luoghi per eventi; con una grande scalinata grigia con delle piante.

La scalinata, che porta all'ingresso del Museo
Alla sinistra dell'ingresso, uno stupendo lago artificiale con una pagoda da un lato.

Il lago artificiale e, ben visibile, la pagoda sulla destra
 Sul bordo del muro, una ragazza è seduta; i nostri sguardi s'incrociano per un attimo. Indossa una camicia senza maniche gialla ed una minigonna nera. E’ davvero prepotente il fascino delle donne orientali; alcune sembrano emanare la quintessenza della femminilità. Lascio la bella ai suoi pensieri e vado verso l'ingresso del museo. I gradini sono larghi e permettono così di fare meno fatica nel salirli. Mi trovo davanti l'ingresso, che è libero per la mostra permanente.


Il Museo

L'ingresso del Museo

La sala e vastissima. In un desk sulla destra si può ritirare la guida.

La hall del Museo

La hall del Museo

La prima sala raccoglie reperti dell’era Paleolitica (circa 2.500.000 di anni fa) fino al periodo del Regno di Goguryeo (37 a.C. – 668 d.C.). La penisola coreana fu abitata 780.000 anni fa circa dall’uomo. La comunità era formata da cacciatori, che avevano uno stile nomade di vita ed abitavano in grotte o lungo i fiumi. Circa 25.000 anni fa, l’odierno stretto lembo di mare, che separa la Corea dalla Cina, si ritirò, provocando l’unione delle terre dei due Paesi. Le due comunità probabilmente entrarono in contatto; lo si desume dall’estrema somiglianza di attrezzi e strumenti, che si sono rinvenuti nelle due aree.

Una serie infinita di strumenti di lavoro, di pietre, di vasi, ma, per il momento, nulla, che colpisca la mia attenzione in modo particolare. Continuo il lento passeggio davanti a vetrine ben illuminate con a fianco la spiegazione degli oggetti contenuti. Ci sono anche delle collane! Le donne vissute 1500 anni prima di Cristo manifestavano tutta la loro vanità, indossando dei semplici, ma eleganti monili. Alcuni visitatori coreani, che mi passano accanto, non mi sembrano, anche loro, entusiasti. Interessantissima la riproduzione di uno scheletro in plastica, il cui originale è stato trovato a Gadeokdo. Era un uomo alto 1,60 ed è stato sepolto con le braccia incrociate sul petto e furono trovati nella sua tomba dei monili con così i gusci di Glycymeris albolineata. Alcuni vasi, anfore e contenitori in pietra. Passo da una sala all’altra e noto una certa evoluzione nella costruzione delle anfore dal colore chiaro, molto più precisa rispetto alle precedenti. Una processione continua di anfore, spade, preziosi orecchini in oro, dei rudimentali martelli, un arco con frecce e l'equipaggiamento di in cavaliere, una pesante armatura di un guerriero. Entro nella sala dedicata al periodo Shilla. Shilla nasce nella città di Saro, l’odierna Gyeongju. E’ stato il primo regno, che ha istituito un fondamento ideologico e politico con l'introduzione del buddismo e del codice amministrativo.

Quando il Buddhismo fu riconosciuto come religione di Stato, i regnanti di Shilla costruirono molti templi. L'albero sacro di Cheongyeongnim fu tagliato e il più grande tempio, chiamato Hwangnyongsa, fu costruito al suo posto, elevandolo al rango di santuario. I templi buddhisti furono costruiti, per celebrare i riti e la nuova religione sostituì le credenze ed, in qualche modo, la religione buddhista fu imposta dai regnanti ai suoi cittadini. Shilla conquistò i regni vicini, allargando le sue terre fino alla Manciuria e parte della Cina occidentale, imponendo il proprio codice amministrativo e la religione alle terre conquistate. Ho ammirato la “Pura Luce del Sutra Dharasani”, la più antica stampa su legno, che è stata scoperta (1966), insieme a varie reliquie del Buddha, durante la riparazione di Seokgatap (una pagoda in pietra del tempio Bulgugksa), che si trova nella città di Gyeongju.

Pura Luce del Sutra Dharasani
 Al periodo di Shilla, seguì il regno Goryeo (918 – 1392); bellissima una statua del Buddha di questo periodo e moltissimi documenti con disegni dai colori sgargianti di soldati, scene di vita di corte.

Una statua del Buddha del periodo Goryeo









 Il confucianesimo fu accettato solennemente dalla dinastia Joseon, fondata nel 1392, che fece propria i principi del filosofo cinese, modificando la propria legislazione.

Il secondo piano è quasi interamente occupato da sale, dove sono esposte diversi importanti collezioni private di reperti archeologici. Di fianco invece si mostra, con un certo orgoglio, alcune immagini del G 20, che è stato organizzato a Seoul l’11 novembre 2010, i cui ospiti furono ricevuti in questo Museo.

La parte del Museo, riservata al G 20,
organizzato a Seul l'11 novembre 2010


Le targhe dei Paesi partecipanti, usate durante il G 20.
La Corea del Sud è stato il primo Paese dell’Asia ad organizzare un evento così importante.

Il terzo piano si apre con un’interessantissima sala, che ospita diverse statue del Buddha, tra cui il Buddha di ferro, il Buddha Vairocana e tre piccole statue: il Buddha Mahastramapapta, il Buddha Amitabha, il Buddha Avalokitesvara, che compongono la triade Buddha Amitabha.

Il Buddha di ferro


Il Buddha Vairocana

Il Buddha Mahastramapapta

Il Buddha Amitabha











Il Buddha Avalokitesvara.
In un’altra sala, delle belle campane buddhiste coreane, il cui stile è diverso da quello cinese e giapponese, in quanto hanno un gancio a forma di drago.

Una campana buddhista

Un gong appeso è posto dietro le campane; serve ad annunciare l’ora per la consumazione dei pasti e convocare i bonzi, per la celebrazione dei rituali.

Ci sono molte sale, con reperti provenienti dai vicini Paesi orientali: s’inizia con l’India, la regione dell’Himalaya, i paesi centrali dell’Asia, la Cina e, per finire, il Giappone. Buon museo a tutti!

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