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giovedì 23 agosto 2012

23 Agosto 2012. “Walking on the cloud”

E’ stata davvero una bellissima “passeggiata tra le nuvole”: un ristorante francese, che si trova al cinquantanovesimo piano del grattacielo 63 Building!

Il 63 Building, sembra un gianduiotto!
Un’altra grande emozione per chi, come me, non è abituato a certe quote!
All’interno del grattacielo è possibile visitare un Acquario, c’è anche una bellissima Galleria d’Arte, non può mancare il cinema in 3D, un teatro nel quale si tiene una regolare stagione di teatro e sono rappresentati anche dei Musical ed infine un Museo delle Cere.

Nei prossimi giorni, credo che visiterò un po’ meglio le altre sezioni, per oggi mi sono soffermato ad analizzare la splendida cucina francese del ristorante.
Intanto, è stato molto difficile trovare l’ascensore, che ti conduce al cinquantanovesimo piano; infatti, dopo aver parcheggiato, ho usato il primo ascensore, che avevo trovato vicino al posteggio, ma arrivava al quarto piano.
 Ho pensato, molto drammaticamente:

“E adesso, gli altri 55 piani che li faccio a piedi? Sarò costretto ad affittare una gru!!”.

Poi, ho trovato la solita signorina molto gentile, che mi ha indicato l’unico ascensore, che reca i clienti al cinquantanovesimo piano.
L'ascensore, che ti conduce al 59° piano.
Preventivamente si prega di indossare la
tuta da astronauta!

Prima di entrarvi, sono stato costretto ad indossare la divisa da astronauta…e si!
E’ partito a razzo, questo benedetto ascensore, sembrava lo Shuttle e ho creduto, per un attimo, di emulare Neil Armstrong e ripetere, come lui: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”.
Invece, fortunatamente, l’ascensore verso il cinquantesimo piano ha iniziato a rallentare e finalmente sono arrivato. Tolta la tuta da astronauta, ho trovato l’ingresso del ristorante alla mia destra.
Una cortese signorina, mi è venuta incontro, lasciando, per un attimo, il suo abituale posto dietro una scrivania e mi ha consegnato nelle mani del gentilissimo Maestro di sala, che mi hai introdotto nel ristorante. Mi è dispiaciuto questo cambio: avrei preferito essere accompagnato dalla gentile signorina, ma le regole non possono essere infrante!
La sala è molto grande e spaziosa, trasparente da un lato, per permettere una visuale straordinaria; è possibile, infatti, vedere i confini di Seul, segnati da una catena di montagne ininterrotta.
L'ingresso del ristorante


La vista dal cinquantanovesimo piano del 63 Building


Ho notato sul lato destro una bellissima cantina, contenente anche vini del nostro Belpaese (dall’Amarone della Valpolicella, al Chianti Classico Ruffino, il Sassicaia, Brunello di Montalcino e l’immancabile Prosecco!) e superalcolici. Il Maestro di sala, essendosi accorto che osservavo, con un certo interesse, la cantina, mi ha informato che dalle 22 è possibile consumare del “vino da meditazione” (ci penserò).
Il tavolo ovviamente è proprio a ridosso della vetrata.
Osservo dall’alto, lo scorrere della vita: alla mia destra, alcuni condomini divisi da spicchi di verde e, verso la montagna un campo di calcio: vedo dei puntini, che si muovono.
Ma si!! Sono dei giocatori, forse emuli di Park Ji Sun!
Il fiume Han è molto largo, in questa parte di Seul, scorre tranquillo, placido, dividendo in due Seul; tanti ponti, percorsi da automobili in fila, si muovono da una parte all’altra. Volgendo lo sguardo nella direzione opposta, non cambia molto il panorama: tanti grattacieli, condomini, non molto verde e poi lontane, solitarie, le montagne.
Mi ero talmente distratto che avevo lasciato il Maestro di sala in piedi, vicino al mio tavolo con il menù in mano. Chiedo immediatamente scusa per la bruttissima figura, egli mi risponde che è abituato ormai: quando un cliente è ospite, per la prima volta, rimane incantato da un panorama straordinariamente bello che si dimentica del Maestro di Sala.
Poi una piccola confidenza: anche egli lavora da molti anni, in questo ristorante, eppure ancora non è abituato allo spettacolo, che va in scena ogni giorno davanti ai suoi occhi.
Mi consegna, finalmente, il Menù e si allontana, dopo avermi rassicurato di scegliere senza premura alcuna il Set.
Il Menù non è il solito bel libro, con una bella copertina; no, no il Menù si trova all’interno di un Ipad: bella innovazione!
Lo vedo allontanarsi, il passo deciso, elegante; avrà una cinquantina d’anni davvero ben portati.
Mi convince il menù “Debora”, che, se non ricordo male, cantava, qualche anno fa, Fausto Leali.

Il Maestro di Sala torna poco dopo, per annotare l’ordinazione.

Una gentile cameriera porta un piatto più lungo che largo, contenente del pane, ancora caldo ed un piccolo contenitore con dell’olio ed aceto.
Quindi inizia il trionfo di belle emozioni culinarie.

Antipasto di foie gras (delizioso!).
Foie gras.
Un piatto davvero speciale: delle lumache alle erbe con burro ed aglio.

Lumache alle erbe con burro ed aglio
I componenti erano così ben amalgamati che non si avvertivano la presenza dell’uno o dell’altro; le lumache, poi, sono davvero speciali!

Una leggera zuppa di aragosta dal colore tenue e vellutato, davvero un sapore delicatissimo.
Zuppa di aragosta
Della carne di maiale ha introdotto un nuovo gusto decisamente più acceso e forte.
Maiale con salsa

Siamo ripassati al mare con una aragosta accompagnata con funghi, carne morbida ed estremamente tenera.
Aragosta

Un piccolo assaggio dell’immancabile formaggio francese ed il dessert finale, seguito dal caffè.
Formaggi

Dessert


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