Cerca nel blog

Lettori fissi

Translate

Translate

Translate

Translate

Translate

domenica 19 agosto 2012

19 Agosto 2012. La vita dello studente


Si approssima l’apertura ufficiale delle Scuole di ogni ordine e grado. La vita dello studente in Corea non è facile.

Infatti, sin dalla più tenera età, la mamma inizia ad abituare il figlio ad ascoltare, mediante delle cuffie, una lingua straniera (solitamente l’inglese, che, almeno presso la leva giovanile, è parlato in modo piuttosto vasto), per abituarlo già ad un tipo di suono diverso da quello che sarà la sua lingua madre.

Perché tutto questo? Perché la vita dello studente, sin dai primi anni scolastici, è mirata alla preparazione necessaria, per superare l’esame di Stato, che gli permetterà d’iscriversi all’Università.

E’ un percorso difficile, con moltissimi ostacoli, poiché la concorrenza è davvero spietata, tanto da minare, seriamente, la costruzione di veri e sinceri rapporti umani tra studenti.

Infatti, l’istruzione, qui in Corea, è di rilevante importanza, poiché, in possesso di una laurea, sarà possibile avere una vita “facile”. Ecco: chi rimane indietro, è davvero perduto.

Lo studente, insomma, affronta immediatamente uno studio severo, assai selettivo, rigorosissimo, che lo porterà ad avere una preparazione straordinariamente vasta, per affrontare l’esame di Stato. Giunto al diciottesimo anno d’età, egli avrà già superato tutta una serie di esami preliminari degli ordini inferiori.

Quando arriva il periodo degli esami, gli studenti “spariscono” dalla vita sociale, per rinchiudersi nella propria stanza oppure nelle aule di scuola, onde affinare, sempre più, la preparazione.

In Italia, ognuno sceglie il Corso di studi dell’Università; in Corea, non funziona esattamente così.

Il risultato dell’Esame di stato, basato su dei test scritti, decide il futuro dello studente - cittadino. In base al punteggio raggiunto, sarà lo Stato, che decide in quale Università si potranno compiere gli studi e, soprattutto, in quale Facoltà.

In questo modo, l’educazione è pensata a servizio della collettività e, grazie a questo criterio severamente selettivo e, di conseguenza, elitario, solo i migliori avranno la possibilità di studiare nelle migliori Università. La classe universitaria d’elite avrà diritto (per tutta la vita) ai migliori posti di lavoro e soprattutto ad un tenore e stile di vita davvero invidiabile.

Per questo motivo, le famiglie spronano (anche in modo eccessivo!) i propri figli a studiare con volontà, dimenticando (almeno fino ai 18 anni) ogni divertimento, ogni distrazione, ogni svago. Solo lo studio è fedele compagno dello studente.

Purtroppo, non siamo fatti tutti allo stesso modo e ci può essere anche qualcuno, che non ce la fa, oppure che rimane drammaticamente indietro. E allora? Ecco i guai. Per costui, la vita non sarà facile, non potrà avere un lavoro importante e, di conseguenza, uno stipendio importante.

A causa di tutto ciò, purtroppo, la tragedia del suicidio è piuttosto frequente per coloro che non sono riusciti ad avere un buon punteggio.

Per chi, invece, ce la fa, si apre un periodo d’immense soddisfazioni: l’età dell’Oro, in sostanza.

Immagino i dubbi, le perplessità, che possono nascere in chi sta leggendo questo Post, a proposito del sistema educativo coreano (molto simile a quello vigente in Giappone).

Tutti i sistemi sono perfettibili, per cui sono criticabili (ci mancherebbe!).

Io non vorrei dare un giudizio definitivo su una questione, che ho trattato molto sommariamente. Per me, sarebbe stata molto dura, questo lo affermo con decisione, senza tema alcuna.

E per quei ragazzi, che vedo passeggiare, con il volto teso, preoccupato e lo zaino, che contiene gli strumenti necessari, per vincere la prima ed importantissima guerra con la vita?

Nessun commento:

Posta un commento