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domenica 12 agosto 2012

12 Agosto 2012. In treno per Busan

Sono le 14,30 e mi trovo a Seoul Station in attesa di salire sul treno, che mi porterà a Busan.

Nell'attesa, ho consumato un cappuccino a Beans and Berries.

Il bar Beans and Berries
Ho assistito, poco fa, qui in stazione, all'arresto di un tizio da parte di due superblindati poliziotti. Le maniere gentili, giustamente, non esistevano, poiché  il tizio cercava di svincolarsi dall'abbraccio dei policemen. Sono stato l'unico ad osservare la scena, infatti, le persone, che giravano attorno alla scena dell'arresto, tiravano dritto per la loro strada.

Siccome in Corea, i treni non accumulano minuti di ritardo, quando effettuano il servizio in stazione, ho pensato bene di muovermi in tempo verso i binari.
Uscito dal bar, mi sono fermato in un piccolo negozio, per acquistare l'occorrente, per radermi, dal momento che l'albergo, dove mi tratterrò per due giorni, ne è sprovvisto.
Vado verso i binari, che si trovano in fondo alla stazione, servendomi delle scale mobili. Raggiungerò il binario quattro, carrozza 5.

Il treno per Busan!

Ecco: dove si fermera' la carrozza 5? Noto che sul pilastro, che si trova vicino ai binari, c'è un numero: deduco che è il numero della carrozza.
L'indicazione del punto, dove si fermerà la carrozza 5.
Un fascio di luce quasi accecante s'inoltra verso me e gli altri passeggeri in attesa. Controllo l'orario e mancano quattro o cinque minuti alle 15: nulla da dire. I
l treno rallenta la sua corsa e vedo scorrere le carrozze davanti ai miei occhi. quando il treno è fermo sulla banchina, davanti al pilastro con il numero cinque, c'è la carrozza cinque.

L'arrivo del treno
Dapprima il predellino si abbassa lentamente poi le porte pesantissime si aprono con la stessa lentezza.
Non ci sono persone, che scendono; cerco il mio posto (prenotato vicino al finestrino) e mi accomodo, ponendo la valigia nello scaffale, che si trova sopra la mia poltrona.
Il treno è molto pulito, la poltrona e grande e lo spazio, per gli arti inferiori, è sufficiente.

L'interno del treno
Ci sono delle riviste, ordinate sulla parte anteriore della poltrona, che ho davanti, ingabbiate da una piccola tenda, sotto un comodo tavolinetto di plastica.

Alla mia sinistra, prendono posto due inglesi di una cinquantina d'anni, piuttosto corpulenti. Uno dei due inforca degli occhiali da vista ed apre il suo tablet, iniziando a leggere un libro. L'altro, con una maglia a righe verdi, si abbandona sulla poltrona e si assonna poco dopo.
Arriva il controllore, mentre il treno rapidamente riparte in direzione di Busan. E' molto giovane, appena sulla soglia del vagone, ci saluta con un inchino e procede nel controllo dei biglietti.
Arrivato il mio turno, gli mostro la pagina web "salvata" sul mio cellulare, che dimostra l'avvenuto, regolare pagamento. Mi ringrazia e continua il suo lavoro, ogni volta ringraziando il cliente.
Do un'occhiata fuori e vedo che sta iniziando a piovere. Più lasciamo la capitale e più la pioggia è fitta.
Non ci sono grattacieli a far compagnia; il treno percorre una campagna, a tratti, coltivata, a tratti abbandonata.

Solo in prossimità delle fermate, rivedo dei palazzoni enormi per il resto, è un viaggio nel verde.

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