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sabato 4 agosto 2012

4 Agosto 2012. Un sabato a Seul

Quest'oggi il sole irraggia l'intera penisola coreana, investita cosi da una forte canicola, di cui sara prigioniera almeno fino alla fine del mese. A causa di questo forte caldo, i condizionatori funzionano a pieno regime, poiché è da temerari il solo passeggiare sui marciapiedi.
In tv, ci sono stati appelli ed inviti a non uscire nelle ore di maggior calura, onde evitare problemi, in alcuni casi, anche gravi. Il disciplinato popolo coreano risponde, accogliendo l'invito e limitando, possibilmente, l'esposizione nelle ore più calde.
Nell'automobile, il condizionatore lo tengo perennemente acceso, per recarmi al Grand Park Hyatt, per consumare il brunch.

Quando posso, ritorno sempre con gioia in questo angolo d'Italia. Mi piace molto la cura, quasi maniacale, con la quale i bravi cuochi coreani, diretti dal nostro Stefano Di Salvo, preparano i piatti, cercando di offrire pietanze dal gusto totalmente italiani.
Il brunch, che si può degustare solo nel fine settimana, è composto da un ricchissimo buffet, accompagnato da assaggi, portati su piccoli piatti.
Incontro Stefano nella sezione del pesce; ci salutiamo con vero piacere, era molto tempo che non ci vedevamo.
Quest'anno celebra il quinto felice anno alla conduzione del Cornerstone del Grand Park Hyatt, probabilmente, il prossimo anno si sposterà nella città di Busan, per lavorare all'interno di un hotel della medesima catena dell'Hyatt. Fino alla fine dell'estate, continuerà ad inebriare i clienti del Grand Park Hyatt di Seul con le sue gustosissime prelibatezze.
Durante il pranzo, spesse volte, si è avvicinato al mio tavolo, per scambiare due chiacchiere.
E' stato, per me, naturale complimentarmi con lui, senza trovare, purtroppo, le giuste parole, che illustrassero e descrivessero davvero che cosa si provi nel degustare la sua cucina. Oltre a piatti tradizionali (come un assaggio di carbonara o del risotto alla milanese), il buffet è arricchito da assaggi, creati dal nostro chef, che riesce ad amalgare magicamente ingredienti "lontani" tra loro, creando, così, una gustosissima miscela di sapori.

Il cornerstone era "sold out": clientela di tutte le età; moltissimi i giovani presenti. Essendo, soprattutto, un pubblico, formato da coreani, è la conferma che la nostra cucina, quando è ben preparata da un grande chef, riesce a soddisfare anche "palati", abituati a tutt'altro tipo di alimenti e condimenti. E' difficile poter resistere ai sottaceti, preparati in loco, alla focaccia, ai formaggi ed alla preparazione di verdure ripiene. Insomma, un ottimo pranzo, che mi regala un po' d'Italia!

Sono le ore 16,00. Dalla finestra del mio appartamento, vedo il fiume Han in basso; in questo momento, vicino alle sponde, passa una bicicletta.
Il gran caldo mi ha fatto desistere dall'uscire, per recarmi in un centro commerciale vicino (super refrigerato, come quasi tutti i negozi e centri commerciali di Seul), rimanendo accanto al condizionatore.

Ai bordi del fiume, sono stati disegnati dei bei sentieri, comodi per le passeggiate, infatti, quando scende la sera e la cappa di calore si ritira dalla città, i sentieri si animano e si popolano di tante persone in cerca di fresco.
A quell'ora, incontro tanta gente; anziani, che portano a passeggio cani di piccola taglia, ma anche ragazze, forse, desiderose di mantenere la linea e poi i ciclisti, impegnati a battere il record mondiale dell'ora. Dei ponti garantiscono la possibilità di cambiare sponda.
Il mio ponte preferito è costituito da massi, in mezzo ai quali scorre dell'acqua. Hanno costruito delle arene, proprio a ridosso del fiume.
Ieri sera, mentre passeggiavo in cerca di fresco, ho assistito ad un breve concerto.
Una signora, che indossava l'hanbok, cantava a cappella delle canzoni tradizionali coreane, mentre, alle sue spalle, su uno schermo gigante, veniva proiettato il testo, per permettere al pubblico presente, di prender parte. La cantante con una lunga bacchetta indicava il tempo ed il pubblico la seguiva, cantando con lei. Oddio, magari tutte le note non saranno state intonate perfettamente, però era bello partecipare ad un'esperienza, in cui c'era la voglia di stare insieme, di condividere, di partecipare.

Poco più avanti, una piccola "piscina artificiale", dove l'acqua non arriva alle caviglie. In questo luogo, si riuniscono tanti bambini, che giocano tra loro, ridono, scherzano, schiamazzano, seguiti dallo sguardo attento delle mamme, che fanno corona intorno.
Mi piacerebbe prendere parte ai loro giochi, ma non ho più l'età per giocare.

Io con il mio amico, grande chef, Stefano Di Salvo

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