Una mostra davvero insolita, almeno per me, quella che ho visitato quest’oggi presso il Daelim Museum di Seul, dedicata all’arredatore danese Finn Juhl, ma estremamente interessante e curiosa, in occasione del centesimo anniversario della nascita.
Fu un architetto pioniere del design del mobilio ed operò a livello internazionale dal 1940 al 1970. Egli creò un tipo di design, che presentò, al meglio, le caratteristiche del mobilio scandinavo ed è per questo che è considerato da molti come una figura centrale nella storia del design scandinavo.
Juhl era molto interessato all’arte, alla storia, alla letteratura ed alla musica e sognava di essere uno storico dell'arte. Suo padre, invece, disapprovava questa aspirazione, cosicché Juhl decise di studiare architettura presso l'Accademia Reale Danese di Belle Arti. Iniziò l’arte di creare mobili, quando iniziò ad arredare casa sua. Grazie al suo senso ben definito di estetica e gli sforzi, per rendere l'arredamento più confortevole possibile, riuscì ad introdurre un nuovo linguaggio scultoreo, che non poteva essere trovato nelle opere di altri designer.
Forme scultoree, linee morbide e dettagli raffinati sono le parole chiave, che rappresentano questo nuovo linguaggio di progettazione. Questo è il motivo, per cui Juhl è, spesso, indicato come un "scultore di mobili".
Molte le sedie presenti, all’interno della mostra; sono rimasto colpito da quattro sedie, che furono progettate molti anni fa.
La “Pelican Chair” (1940). Questo lavoro fu progettato per la propria casa appena 72 anni fa . È stata chiamato la "sedia pellicano" perché somiglia ad un pellicano, che sta dispiegando le ali. Questa sedia, in particolare, con l'eccezione delle zampe, possiede caratteristiche che ricordano una scultura. Juhl si è ispirato al surrealismo ed alle sculture organiche di Jean Arp e Henry Moore.
La “Chieftain chair” (1949). Questa sedia risente molto delle forme dell’arte africana, cui Juhl era molto affascinato. La sedia Chieftain è diventata famosa, dopo che Re Federico IX si sedé alla “Copenaghen Cabinetmakers’ Guild Exhibition”. Si dice che la sedia sembrava essere stata progettata appositamente per il monarca.
La “Easy chair” (1955). Una particolarità di questa sedia, in aggiunta al suo schienale, è il modo, in cui riflette l'epoca, in cui è stata creata. Disegni semplificati erano di moda all’epoca e Juhl seguì l’esempio; le due linee dimensionali del bracciolo della sedia forniscono un buon esempio di questa caratteristica.
I mobili coreani tradizionali sono simili a quelli danesi. Le opere di Finn Juhl sembrano raggiungere la perfetta armonia con le creazioni di mobili antichi coreani.
Ho notato la presenza di moltissimi giovani, armati di macchine fotografiche ed intenti a immortalare qualsiasi angolo dell’esposizione. Per me è stata un’esperienza diversa dalle solite; sono rimasto anche un poco turbato dalla forte creatività, che ha operato in sedie davvero strane e non so fino a che punto comode!
Insomma, un pomeriggio insolito di un giorno di fine Settembre a Seul!
Fu un architetto pioniere del design del mobilio ed operò a livello internazionale dal 1940 al 1970. Egli creò un tipo di design, che presentò, al meglio, le caratteristiche del mobilio scandinavo ed è per questo che è considerato da molti come una figura centrale nella storia del design scandinavo.
Juhl era molto interessato all’arte, alla storia, alla letteratura ed alla musica e sognava di essere uno storico dell'arte. Suo padre, invece, disapprovava questa aspirazione, cosicché Juhl decise di studiare architettura presso l'Accademia Reale Danese di Belle Arti. Iniziò l’arte di creare mobili, quando iniziò ad arredare casa sua. Grazie al suo senso ben definito di estetica e gli sforzi, per rendere l'arredamento più confortevole possibile, riuscì ad introdurre un nuovo linguaggio scultoreo, che non poteva essere trovato nelle opere di altri designer.
Forme scultoree, linee morbide e dettagli raffinati sono le parole chiave, che rappresentano questo nuovo linguaggio di progettazione. Questo è il motivo, per cui Juhl è, spesso, indicato come un "scultore di mobili".
Molte le sedie presenti, all’interno della mostra; sono rimasto colpito da quattro sedie, che furono progettate molti anni fa.
La “Pelican Chair” (1940). Questo lavoro fu progettato per la propria casa appena 72 anni fa . È stata chiamato la "sedia pellicano" perché somiglia ad un pellicano, che sta dispiegando le ali. Questa sedia, in particolare, con l'eccezione delle zampe, possiede caratteristiche che ricordano una scultura. Juhl si è ispirato al surrealismo ed alle sculture organiche di Jean Arp e Henry Moore.
La “Chieftain chair” (1949). Questa sedia risente molto delle forme dell’arte africana, cui Juhl era molto affascinato. La sedia Chieftain è diventata famosa, dopo che Re Federico IX si sedé alla “Copenaghen Cabinetmakers’ Guild Exhibition”. Si dice che la sedia sembrava essere stata progettata appositamente per il monarca.
La “Easy chair” (1955). Una particolarità di questa sedia, in aggiunta al suo schienale, è il modo, in cui riflette l'epoca, in cui è stata creata. Disegni semplificati erano di moda all’epoca e Juhl seguì l’esempio; le due linee dimensionali del bracciolo della sedia forniscono un buon esempio di questa caratteristica.
I mobili coreani tradizionali sono simili a quelli danesi. Le opere di Finn Juhl sembrano raggiungere la perfetta armonia con le creazioni di mobili antichi coreani.
Ho notato la presenza di moltissimi giovani, armati di macchine fotografiche ed intenti a immortalare qualsiasi angolo dell’esposizione. Per me è stata un’esperienza diversa dalle solite; sono rimasto anche un poco turbato dalla forte creatività, che ha operato in sedie davvero strane e non so fino a che punto comode!
Insomma, un pomeriggio insolito di un giorno di fine Settembre a Seul!
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