La zona di Insadong è uno dei posti più frequentati dagli stranieri, perché si trovano tanti negozi, che vendono souvenir a poco prezzo, diverse gallerie d’arte, alcuni piccoli, ma interessantissimi musei e poi la solita cornice di ristoranti, alcuni dei quali offrono l’opportunità di degustare cucine internazionali, tra cui l’immancabile cucina italiana!
Questa zona è assai collegata bene dalla metropolitana e, soprattutto nel fine settimana, le viuzze si riempiono di tanta gente: stranieri senz’altro, ma anche molti coreani e soprattutto giovani. Non è certo il luogo ideale per chi volesse trovare un poco di calma e riposo: lo sconsiglio vivamente.
E’ molto facile perdersi, perché c’è una sola via principale ed un nugolo di vie così strette, che è quasi impossibile camminare al fianco di un'altra persona.
Così, dovendo andare alla ricerca dell’ennesimo museo perduto, sono andato direttamente al Centro informazioni, per chiedere lumi.
E’ una bella casetta in legno, con spazi molto ampi; appena entro l’addetta mi chiede di aspettare qualche attimo, infatti noto che si sta occupando di due stranieri, che cercano d’indossare dei costumi tradizionali coreani. Sono molto giovani e, sembrano, divertiti, anche se l’operazione non è poi così facile.
L’addetta sorride, ma si vede che suda!
E quanto suda!
I due stranieri sembrano collaborare a sprazzi; sono più che altro divertiti ed attratti dalla stoffa, dai colori, dal taglio dei vestiti.
Finalmente, l’operazione – vestito termina e, mentre la coppia si scatena, scattando tante fotografie, l’addetta viene verso me. Si scusa immediatamente per avermi fatto aspettare. Non è stato, poi, così lungo il tempo d’attesa e, tutto sommato, ho fatto da spettatore alla vestizione di poco prima, quindi non mi sono certo annoiato.
Le chiedo, dove si trova il Gyungin Art Hall; lei prende la cartina e la svolge sul tavolo, quindi con un grosso pennarello rosa m’indica la posizione del centro informazioni e la strada, poi, da percorrere, per raggiungere la mia meta. La ringrazio; mi sorride e mi consegna l’indispensabile mappa, mentre i due stranieri continuano nel servizio fotografico.
Di gente, oggi, ce n’è molta, anzi troppa!
Bisogna far attenzione, per non pestare i piedi del prossimo e perché il prossimo non pesti i miei di piedi. Comunque, il centro è davvero vicino, pochi passi e arrivo.
Dovrò dirigermi verso la via principale (Insadong Il) ed, attraversata la “barriera umana” girare ad Insadong 11 gil.
Tantissimi negozi di souvenir, tanti clienti in cerca dell’affare e tanti venditori a venderti di tutto, anche e soprattutto quello che non occorre.
Arrivato all’Art center, intanto mi trovo davanti una gradita sorpresa.
Non ci troviamo di fronte ad un grattacielo di mille piani, ma davanti ad una ricostruzione di un piccolo villaggio tradizionale.
Insomma, poche stanze, che fanno cornice ad un piccolo giardino, invaso da bambini vocianti e scalmanati, che giocano, corrono, ridono, gridano, trasformando il Centro in un asilo nido.
Entro nella prima sala, che presenta l’esposizione di quadri di più artisti: il tema è la natura.
Entro nella prima sala, che presenta l’esposizione di quadri di più artisti: il tema è la natura.
Valli innevate, un prato primaverile dal bel colore verde intenso, dove l’erba è volutamente disegnata incolta. In un angolo delle litografie con ideogrammi cinesi ed un bellissimo quadro (quello che più mi ha colpito), dove, su uno sfondo bianco, un esile ramo accoglie cinque passerotti.
La sesta sala raccoglie la personale di Yun Jeong Im.
La sesta sala raccoglie la personale di Yun Jeong Im.
Tanti quadri di diverse dimensioni con svariati soggetti; un quadro riproduce la natura sconvolta da un forte vento. Tanti altre immagini di fiori dai più disparati colori; un albero spoglio, al cui tronco sono rimasti attaccati dei rami, che sono piegati verso terra in un paesaggio deserto.
Un bellissimo cielo azzurro fa da sfondo, invece, ad un albero, i cui rami sembrano congiungersi al cielo.
Una natura morta: un vaso arancione con della frutta vicino, un bicchiere di vino semipieno ed una bottiglia; verrebbe voglia di assaggiare, per sapere che tipo di vino sia stato usato!
Nella prima sala cambiamo decisamente ambientazione: bellissimi quadri raffiguranti il Buddha ed immagini simboliche del buddhismo.
Nella prima sala cambiamo decisamente ambientazione: bellissimi quadri raffiguranti il Buddha ed immagini simboliche del buddhismo.
Diversi gli artisti presenti con i propri lavori.
Il ritratto di uno dei quattro guardiani del tempio, che porta un pesante fardello.
Una scultura interamente in legno: due mani che tengono stretto un fiore di loto.
Un ventaglio gigante interamente in legno con dei simboli buddhisti attaccati all’estremità.
La seconda sala è una personale di Song Jum Soon; rimango molto perplesso di fronte ai suoi lavori per me assolutamente inintelligibili; in questo caso, penso sia giusto astenersi dal giudicare.
L’ultima sala 5 accoglie lavori, il cui tema è la mela scolpita in legno, lavorata in ceramica oppure tante piccole mele di plastica attaccate all'interno di un quadro e per chiudere una farfalla, che ha aperto le ali e sta spiccando il volo verso il futuro, verso la libertà.
La seconda sala è una personale di Song Jum Soon; rimango molto perplesso di fronte ai suoi lavori per me assolutamente inintelligibili; in questo caso, penso sia giusto astenersi dal giudicare.
L’ultima sala 5 accoglie lavori, il cui tema è la mela scolpita in legno, lavorata in ceramica oppure tante piccole mele di plastica attaccate all'interno di un quadro e per chiudere una farfalla, che ha aperto le ali e sta spiccando il volo verso il futuro, verso la libertà.
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