Oggi, nel tardo pomeriggio, mi sono recato al “Lotte World Folk Museum”, che si trova all’interno del Lotte Department store.
Appena arrivato all'ingresso dell'Hotel, ho chiesto lumi, perché il complesso è davvero impressionante per la grandezza, inglobando: un hotel (appunto), il più grande parco giochi del mondo, un immenso centro commerciale, un duty free, una serie infinita di ristoranti, un lago artificiale all’esterno, una pista di pattinaggio su ghiaccio.
Insomma, c’è tutto, per non trovare quello che si cerca!
Fortunatamente, ho trovato la persona giusto, che mi ha indicato la via da seguire, altrimenti mi sarei perso tra centro commerciale, supermercato e sarei stato, forse. risucchiato da un gruppo di liceali e portato, a viva forza, all'interno del parco giochi, per provare il giro della morte a testa in giù e gambe in aria.
L’ingresso per il Museo si trova al terzo piano e l’ascensore è di fronte all’ingresso al “Lotte World” (il famigerato, mostruso parco giochi).
Ai lati dell’ingresso, i Quattro Deva, modellati su quelli presenti nel monastero di Yongsan.
L’ingresso per il Museo si trova al terzo piano e l’ascensore è di fronte all’ingresso al “Lotte World” (il famigerato, mostruso parco giochi).
L'ingresso del Museo |
Ai lati dell’ingresso, i Quattro Deva, modellati su quelli presenti nel monastero di Yongsan.
Nella religione buddhista, i quattro Deva si trovano su ciascun lato del monte Sumera, per custodire i quattro punti cardinali, proteggono la Verità, premiano il bene e puniscono il male.
Inoltriamo, ora, a ritroso nella storia, cominciando dalla preistoria.
“Ehi! Dino calma! E’ vero che sono straniero, ma vengo in pace!”.
Nella prima sala, un mastodontico Tyrannosaurus Rex mi fa sentire la sua voce. Visse nel periodo “Cretaceo” e, forse, scomparse circa sessantacinque milioni di anni fa; era alto tra i dodici ed i quindici metri e pesa circa 6 tonnellate.
L’evoluzione della razza umana. Il primo uomo apparve circa tre milioni di anni fa e viveva nella foresta o sugli alberi, per salvarsi dai grandi predatori.
I Deva |
L'altra coppia di Deva |
Inoltriamo, ora, a ritroso nella storia, cominciando dalla preistoria.
“Ehi! Dino calma! E’ vero che sono straniero, ma vengo in pace!”.
Nella prima sala, un mastodontico Tyrannosaurus Rex mi fa sentire la sua voce. Visse nel periodo “Cretaceo” e, forse, scomparse circa sessantacinque milioni di anni fa; era alto tra i dodici ed i quindici metri e pesa circa 6 tonnellate.
Il Tyrannosaurus Rex |
L’evoluzione della razza umana. Il primo uomo apparve circa tre milioni di anni fa e viveva nella foresta o sugli alberi, per salvarsi dai grandi predatori.
L’Australopithecus è il nome del più antico uomo, che conosciamo. L’uomo “Deokcheon” visse centomila anni fa nella penisola coreana, quando l’uomo di Neanderthal viveva in Occidente; mentre trentamila anni fa, il “Mandal”, il “Songnisan”, il “Sangsi” erano contemporanei dell’occidentale Cromagnon.
Andare a caccia duecentomila anni fa. Durante l’era Paleolitica, l’uomo si nutriva di frutta e radici e cacciava animali selvatici e si dedicò poi alla pesca.
L’uomo delle caverne circa trentamila anni fa. Nell’era Paleolitica, l’uomo era, nomade; a causa della stagione fredda, per ripararsi dalle intemperie, cercò allora rifugio nelle grotte. Al di fuori di esse, gli uomini cacciavano, all’interno invece si svolgeva la “normale vita domestica” di trentamila anni fa! (la sera, davanti al televisore a vedere "Amici" di Maria De Filippi? "Attento al tirannosauro, quando vai a scuola!" avrà gridato la mamma al figlio.)
Voliamo nel tempo e fermiamoci, per un istante, a duemila anni fa, quando l’uomo iniziò a vivere nelle capanne.
L'uomo "Deokcheon" |
Andare a caccia duecentomila anni fa. Durante l’era Paleolitica, l’uomo si nutriva di frutta e radici e cacciava animali selvatici e si dedicò poi alla pesca.
La caccia |
L’uomo delle caverne circa trentamila anni fa. Nell’era Paleolitica, l’uomo era, nomade; a causa della stagione fredda, per ripararsi dalle intemperie, cercò allora rifugio nelle grotte. Al di fuori di esse, gli uomini cacciavano, all’interno invece si svolgeva la “normale vita domestica” di trentamila anni fa! (la sera, davanti al televisore a vedere "Amici" di Maria De Filippi? "Attento al tirannosauro, quando vai a scuola!" avrà gridato la mamma al figlio.)
La "casa" dell'uomo circa trentamila anni fa (mese più, mese meno) |
Voliamo nel tempo e fermiamoci, per un istante, a duemila anni fa, quando l’uomo iniziò a vivere nelle capanne.
Nel periodo Neolitico, l’uomo viveva nelle capanne, usava l’argilla, per pavimentare il suo appartamento (che poteva contenere fino a cinque persone) ed, invece di un bel tappeto persiano, stendeva delle pelli di animali o della paglia.
Nel centro della stanza, l’occorrente, per preparare il cibo ed, al momento buono, usava i fornelli come riscaldamento.
Una casa più elegante: la capanna (e due cuori?) |
La porta d’ingresso (avrà usato, anche lui, la porta blindata come noi, magari qualche dinosauro poteva bussargli…) era posta a sud, per consentire alla luce del sole di riscaldare maggiormente l’ambiente. La cantina, cui riserviamo uno spazio lontano dall’abitazione, era posizionata vicino all’ingresso: una bella e grande fossa, per contenere gli alimenti da consumare in futuro.
Ora occupiamoci de Tre grandi Regni, cominciando con il Periodo Koguryo.
La prima riproduzione è un murale, che si trova in una tomba antica nella città di Anak. E’ un mulino, che serve, per macinare il grano.
Sempre nella stessa tomba, in un altro murale, tre donne cucinano, usando del fuoco.
Infine, la riproduzione della tomba numero 3 del IV secolo a.C.
In un altro plastico, la riproduzione della scena di caccia, presente sulla parete occidentale della camera di “Muyongchong”.
Ci spostiamo nel periodo Baekje (18 a.C. – 660 d. C.).
S’inizia con una casa di persone comuni. Mentre l’uomo sta portando dell’acqua, che ha prelevato dal pozzo, una donna sbuccia dei fagioli.
Nella casa di signori altolocati, invece, nella camera troneggia un bel letto e la cucina è adorna di utili strumenti, per cucinare.
Ora occupiamoci de Tre grandi Regni, cominciando con il Periodo Koguryo.
Il mulino |
Sempre nella stessa tomba, in un altro murale, tre donne cucinano, usando del fuoco.
Donne cucinano, usando del fuoco: "Stasera si mangiano piatti caldi!" |
La riproduzione della tomba numero 3 del IV secolo a.C. |
In un altro plastico, la riproduzione della scena di caccia, presente sulla parete occidentale della camera di “Muyongchong”.
Ci spostiamo nel periodo Baekje (18 a.C. – 660 d. C.).
S’inizia con una casa di persone comuni. Mentre l’uomo sta portando dell’acqua, che ha prelevato dal pozzo, una donna sbuccia dei fagioli.
Scena di vita domestica |
L'interno di una casa di signori altolocati. |
Il periodo Gaya (42 a.C. – 562 d.C.). Ci riferiamo ai sei stati tribali, che si stabilirono sulla costa meridionale della penisola coreana nel 42 d.C. ad opera del leggendario Re Suro. In mostra, dei preziosissimi reperti, che furono trovati all’interno di una tomba.
Dei reperti archeologici trovati all'interno di una tomba. |
Il periodo Shilla. Si può vedere la riproduzione di una casa conosciuta come “casa coperta di ghiaia”; il tetto è fatto di cotto. Stiamo osservando (non visti) la mamma e la propria figlia, intente a macinare dei fagioli, usando una pietra.
Mamma e figlia macinano fagioli |
L’immagine di un uomo, che produce un tappetino, usando diversi strumenti.
La produzione di un tappeto |
Incontriamo un importante personaggio, vissuto durante l’epoca Shilla, inventore dello strumento musicale Gayagum (che sta suonando): è il musicista Uruk, il quale sta suonando lo strumento di sua invenzione, mentre una leggiadra fanciulla danza, attorniata dagli aristocratici padroni di casa.
Il Maestro Uruk |
La riproduzione della statua del Buddha, che si trova all’interno di una grotta.
Il Buddha |
La regina Sondok |
Periodo Koryo (918 – 1392) Siccome all’epoca non esisteva ancora il ferro da stiro, ma, quando l’uomo doveva recarsi all’ufficio, necessitava d’indossare il prammatico “giacca e cravatta”. Come era possibile, allora, indossare dei pantaloni con la piega perfetta? Facile: battendo i pantaloni con un bastone, il “Dadeumjil”.
Il ferro da stiro dell'epoca: il "Daduemjil" |
Sulla destra Amitabha! Che garantisce la felicità vivente e promette la reincarnazione dopo la morte sulla terra della purezza in Occidente.
Amitabha |
Verso la fine dell’era Goryeo, Moon Ik Jeum, importò, segretamente, dalla Cina del cotone, nascondendolo dentro una pennello. Da lì, iniziò l’uso del cotone nel confezionare vestiti .
Il Tripitaka. Il regno Goryeo, ebbe a subire le invasioni da parte degli agguerriti Mongoli, per assicurarsi, così, protezione “celeste” e respingere, quindi, i violenti invasori, il Regno intraprese il gigantesco progetto di pubblicare l’intero Canone delle scritture buddhiste. Il canone “Tripitaka Koreana” è composto da più di ottantamila blocchi di legno, conservati nel tempio Heainsa della città di Hapch’on. Moltissime le persone impiegate nella realizzazione: soprattutto falegnami ed incisori.
Artigiani intenti a produrre il "Canone Triptaka" |
Il periodo Chosun (1392 – 1910) Iniziamo con la riproduzione del padiglione, costruito nel primo regno di Re Chongjo (1777).
La porta principale del palazzo Kongbokkung fu costruita, durante il regno di Re Taejo. Il governo giapponese distrusse questa porta e, solo nel 1968, fu nuovamente ricostruita in cemento.
La visita termina con una serie di plastici: i festeggiamenti del primo anno d’età, dei coltivatori di riso intenti all’opera, i riti, che officiavano tutti gli uomini del villaggio, per attirare la buona sorte, la festa per il compleanno del Buddha, un altro appuntamento importantissimo per la famiglia, era, quando un suo membro, festeggiava il sessantesimo anno d’età, un piacevole e forse chiassoso mercato chiude questa bella cavalcata nel tempo!
Questa sera, nonostante le condizioni meteo avverse (piove ininterrotamente dalle prime luci dell'alba), sono andato a passeggiare presso il fiume Han.
I sentieri erano deserti.
Sono stato in compagnia del rumore dei miei passi, del ticchettio della pioggia, del vento e del fiume, la cui acqua impetuosa, inarrestabile scorreva violentemente al mio lato.
Mi è tornato alla mente un episodio di tanti, tanti anni fa.
Avevo, forse, 7 o 8 anni e i due lunghi mesi estivi li trascorrevo in compagnia dei miei carissimi nonni paterni nel paese natale di mio nonno: Intermesoli, che si trova alle pendici del Gran Sasso, nella tanto amata terra d'Abruzzo.
Era, davvero un paese incantato, come quello che, tante volte, abbiamo letto nelle favole.
Sulla piazza principale (ed anche l'unica piazza del paese) la Chiesa, ai cui riti domenicali tutto il paese era obbligato a partecipare (compreso il sottoscritto, che non ne aveva voglia); delle stradine strette o sarebbe meglio chiamarle mulattiere percorrevano l'intero paese, ai cui margini erano state tirate su delle case, alcune delle quali molto antiche e un poco malandate.
La casa dei miei nonni, invece, era una villetta bianca di due piani; bellissima.
Il bell'ingresso con camino sulla destra divideva una camera da letto dalla cucina, regno di mia nonna, cuoca eccezionale (il sapore del suo pollo al forno è, tutt'oggi, insuperabile!).
Attraverso una scala, scomoda per un bambino di 7 anni, si procedeva verso il secondo piano: un piccolo bagno, sulla sinistra la camera da letto dei miei nonni con un bellissimo terrazzo e, sulla destra, la cameretta dove dormivo io.
Attraverso una scala, scomoda per un bambino di 7 anni, si procedeva verso il secondo piano: un piccolo bagno, sulla sinistra la camera da letto dei miei nonni con un bellissimo terrazzo e, sulla destra, la cameretta dove dormivo io.
Spesso mio nonno mi conduceva con sé "in montagna".
Quando la sera, mi avvisava che l'indomani ci saremmo recati "in montagna", per me iniziava la notte più bella della mia vita, in attesa del grande giorno.
Mi preoccupavo di ricordare a mia nonna il tipo di vestiti da indossare (come se mia nonna non sapesse nulla...) e ponevo a mio nonno mille domande a proposito di quello che avremmo fatto la mattina dopo.
Ci alzavamo verso l'alba, per tornare prima che il sole fosse troppo alto.
Una volta, ci prese una tipica pioggerella estiva.
Davanti agli occhi di un bambino, quella innocua pioggerella era un tornado, un uragano!
A gran voce, chiesi a mio nonno cosa fare? Dove ripararci (non avevamo con noi l'ombrello), per non buscare qualche brutto malanno, che avrebbe fatto inquietare (e non poco) mia nonna?
Mio nonno mi guardò con i suoi occhi di un celeste intenso, come il cielo del mare di fine estate, e con la voce più rassicurante del mondo, mentre la pioggia iniziava a bagnare le nostre teste ed i nostri vestiti, m'insegnò che l'acqua non è una nemica.
L'acqua fa cresce le piante, che ci donano i frutti, che mangeremo.
"Non aver paura dell'acqua, ringrazia Dio, ogni volta che piove", mi sussurrò all'orecchio e mi regalò un sorriso, che custodisco, gelosamente, nel mio cuore.
Così, ho abbassato l'ombrello e la pioggia ha iniziato a bagnarmi la testa, i vestiti, come quella mattina di tanti anni fa.
Ho immaginato, solo per un attimo, di avere mio nonno vicino, che con le sue grandi mani, le sue braccia forti e possenti, mi proteggevano, mi rassicuravano, mi aiutavano, quando ero colpito dalla stanchezza, dalla tristezza (anche i bambini, a volte, sono tristi), dallo scoraggiamento o (peggio) ero in vena di capricci.
Ho guardato in cielo e l'ho immaginato lì, sopra una nuvola bianca, che mi sorrideva e continua a proteggermi nel lungo, meraviglioso cammino della mia vita.
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