Prosegue il mio giro turistico alla ricerca degli angoli, dove si conservano ancora le origini di questo grande Paese.
E' davvero difficile trovare, tra tanti grattacieli quello che resta di una storia di 5.000 anni; quello che ho visto è molto ben conservato, tutta l'area archeologica è pulita perfettamente, tanti contenitori per la raccolta differenziata ed i servizi igienici maniacalmente ordinati e compresi di tutto.
Non mi trovo in un Paese perfetto, ma in un Paese molto ordinato e soprattutto organizzato; al contrario di noi italiani, che, spesso, all'ordine ed all'organizzazione preferiamo la...fantasia!
Utilizzerò, ancora una volta, la metro 3 (colore arancione) e scenderò alla fermata Anguk: visita al tempio buddista Jogyesa, (http://www.jogyesa.kr/user/jogye/index.action) che si trova nella zona di Insadong (http://english.visitkorea.or.kr/enu/SH/SH_EN_7_2_2_1.jsp).
Sono l'unico straniero, presente all'interno del vagone e sono ormai abituato a pensare al contrario: perché tutti stranieri vicino a me?
Il vagone è semivuoto e la metro continua la sua corsa di avvicinamento in direzione Anguk.
L'uscita per la mia destinazione è la numero 6, per raggiungere Insadong street.
Uscendo dalla metro, mi accorgo che ha appena smesso di piovere e l'aria è più fresca, forse riuscirò a girare con maggior sollievo rispetto a ieri.
Il traffico è sempre presente alla destra del marciapiede, dove sto camminando.
Giro a Insadong street, è la strada più breve, per raggiungere il tempio e sarà anche piacevole camminare in una via stretta con tanti negozi di souvenir, alcuno dei quali aperti, ai lati.
Il vagone è semivuoto e la metro continua la sua corsa di avvicinamento in direzione Anguk.
L'uscita per la mia destinazione è la numero 6, per raggiungere Insadong street.
Uscendo dalla metro, mi accorgo che ha appena smesso di piovere e l'aria è più fresca, forse riuscirò a girare con maggior sollievo rispetto a ieri.
Il traffico è sempre presente alla destra del marciapiede, dove sto camminando.
Giro a Insadong street, è la strada più breve, per raggiungere il tempio e sarà anche piacevole camminare in una via stretta con tanti negozi di souvenir, alcuno dei quali aperti, ai lati.
Bisogna girare a Insadong 11 gil, per arrivare al tempio.
Toh! Un ristorante italiano "Palazzo Due", gli italiani ovunque con la loro cucina.
Poco dopo incrocio Ujeongguk road ed il tempio è dall'altra parte del marciapiede.
Il Tempio Jogyesa è il tempio principale dell'ordine Jogye che rappresenta il buddismo coreano.
Costruito nel 1910 (primo tempio buddista edificato a Seul) con il nome Tempio Gakhwangsa, è stato subito il luogo del recupero dell’indipendenza del buddismo coreano.
Nel 1938, cambiò il nome in Tempio Taegosa e, nel 1954, fu chiamato Tempio Jogye.
La sala principale è aperta 24 ore, per permettere le pratiche di culto a qaulsiasi ora del giorno e della notte (http://www.jogyesa.kr/user/english/index.action).
Passo sotto la porta d'ingresso dell'area sacra.
La porta d'ingresso del Tempio Jogyesa |
Arrivo nel mezzo di una cerimonia, che si sta svolgendo nella sala principale: il Daewoongjeon, che significa: “luogo per l’eroe, che ha superato i limiti dell’essere umano”, quindi è delle spiegazioni della parola Buddha. I tre Buddha rappresentati sono il Budda Sakyamuni (nel centro) con al lato il Buddha Amabhita ed il Buddha della Medicina (http://www.jogyesa.kr/user/english/index.action).
Un bonzo, davanti alle tre statue del Budda, ripete la stessa melodia, accompagnandosi con un piccolo tamburo; un altro invece percuote una campana di tanto in tanto, volgendo le spalle alle tre statue.
Le tre statue del Buddha all'interno del Tempio |
Particolare del soffitto |
Ci sono diversi fedeli, molti sono avanti con gli anni; s'inchinano continuamente, partecipando così alla preghiera.
Il bonzo rallenta il suo salmodiare, mentre i fedeli s'inginocchiano. Ora solo il celebrante prega, intonando una nuova melodia; solo lui è in piedi all'interno del tempio.
Sull'ara, ai piedi delle statue, sono state poste delle candele accese, molti fiori e dei bracieri, per il momento spenti. Osservo dall'esterno la cerimonia senza disturbare.
Il bonzo rallenta il suo salmodiare, mentre i fedeli s'inginocchiano. Ora solo il celebrante prega, intonando una nuova melodia; solo lui è in piedi all'interno del tempio.
Sull'ara, ai piedi delle statue, sono state poste delle candele accese, molti fiori e dei bracieri, per il momento spenti. Osservo dall'esterno la cerimonia senza disturbare.
Avendo il tempio alla destra (in cui la cerimonia continua) vedo la casa, dove vivono i Bonzi ed, alla sinistra, il Beomjongru con al centro la grossa campana Brahma ed ai lati la testa di un pesce in legno, il Tamburo del Dharma ed il Gong, che rappresentano i quattro strumenti del tempio.
La casa dei Bonzi. |
Particolare del Beomjongru |
Il Beomjongru |
Questi strumenti sono suonati, cantando, in successione: al mattino, poi quand’è sera e nelle occasioni speciali.
Il Tamburo del Dharma è suonato per la salvezza di tutti gli uomini; la testa del pesce in legno per tutti gli esseri, che vivono nell’acqua; il Gong per la salvezza degli uccelli e degli spiriti, che dimorano nello spazio (tp://www.jogyesa.kr/user/english/index.action).
Il Tamburo del Dharma è suonato per la salvezza di tutti gli uomini; la testa del pesce in legno per tutti gli esseri, che vivono nell’acqua; il Gong per la salvezza degli uccelli e degli spiriti, che dimorano nello spazio (tp://www.jogyesa.kr/user/english/index.action).
Con le spalle al tempio, invece, ho di fronte il monumento dedicato alle sacre reliquie del Buddha.
Il reliquiario del Buddha |
Le reliquie del Buddha furono donate a questo tempio il 20 agosto 1913 dal monaco dello Srilanka Dharmavara, quando compì la sua visita in Corea (http://www.jogyesa.kr/user/english/index.action) ed è meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli, che s'inchinano in segno di rispetto e devozione.
Le preghiere ripetute hanno risvegliato il sole, che dona luce a questo luogo sacro, collaborando così a trasformare questo spazio sacro in un centro di energia spirituale, cui assetare le nostre anime inquiete.
Bosingak Belfry
Esco dal tempio e vado a destra, rituffandomi nel traffico intendo e rumoroso.
Tanti negozi dedicati ai souvenir religiosi, alla fine dei quali in incrocio molto grande; proseguo per Sungnyemun.
Tanti negozi dedicati ai souvenir religiosi, alla fine dei quali in incrocio molto grande; proseguo per Sungnyemun.
Negozi di souvenir religiosi
nei pressi del Tempio Jogyesa
|
Sungyemun |
Sono giunto alla fermata metro di Jonggak (linea 1 colore blu).
Vedo la Bosingak Belfry alla mia sinistra dall'altra parte dell'incrocio.
La fermata metro di Jonggak |
La Bosingak Belfry |
Belfry Bosingak è stata edificata nel 1396. Durante la dinastia Joseon (1392-1910), la campana suonava 33 volte alle 4 del mattino in occasione dell'apertura delle porte della città di Seoul, mentre alle 19 suonava 28 volte, per annunciare la chiusura delle porte; quindi era un regolatore della vita dei cittadini della capitale asiatica.
La campana originale fu distrutta in un incendio; nel 1468, ne è stata prodotta un’altra, che è stata rimossa, per essere conservata in un museo, mentre ora possiamo ammirarne una copia, fabbricata nel 1985.
Oggi questa campane è suonata, per 33 volte, alla mezzanotte del 31 dicembre, per segnare l’inizio del nuovo anno (http://www.seoulselection.com/seoul/?p=2447)
La campana originale fu distrutta in un incendio; nel 1468, ne è stata prodotta un’altra, che è stata rimossa, per essere conservata in un museo, mentre ora possiamo ammirarne una copia, fabbricata nel 1985.
Oggi questa campane è suonata, per 33 volte, alla mezzanotte del 31 dicembre, per segnare l’inizio del nuovo anno (http://www.seoulselection.com/seoul/?p=2447)
Bosingak Belfry |
Nuova destinazione il Tapgol park.
Servendomi del mezzo più economico a disposizione di ciascuno (le gambe), m'incammino, avendo la Bosingak Belfry alla mia destra, su Jongno.
Supero la fermata metro di Jonggak (uscite 4, 9, 10 e 12); un bar "Tous le jours"! La fermata è d'obbligo. Ordino l'immancabile cappuccino ed un cornetto, che, si sente, è stato sfornato da poco: una fragranza davvero indimenticabile.
Supero la fermata metro di Jonggak (uscite 4, 9, 10 e 12); un bar "Tous le jours"! La fermata è d'obbligo. Ordino l'immancabile cappuccino ed un cornetto, che, si sente, è stato sfornato da poco: una fragranza davvero indimenticabile.
Il cappuccino |
Al piano superiore, c'è una stanza, dove poter consumare in tutta tranquillità.
Mi siedo davanti alla vetrata, che da sulla strada.
Una coppia, dietro di me, sta litigando "educatamente", ma litigano, eccome! Chissà perché, quando litighiamo (qualsiasi lingua parliamo), riusciamo a farlo sapere a tutti, stranieri compresi!
Ragazzi, fate i buoni.
Un cliente straniero, come me, alla mia destra, legge degli appunti scritti su un grande quaderno.
Divoro il cornetto e mi rimetto in marcia.
Mi siedo davanti alla vetrata, che da sulla strada.
Una coppia, dietro di me, sta litigando "educatamente", ma litigano, eccome! Chissà perché, quando litighiamo (qualsiasi lingua parliamo), riusciamo a farlo sapere a tutti, stranieri compresi!
Ragazzi, fate i buoni.
Un cliente straniero, come me, alla mia destra, legge degli appunti scritti su un grande quaderno.
Divoro il cornetto e mi rimetto in marcia.
Incontro il fastfood Lotteria: la risposta coreana a Mcdonald.
Si mangiano dei panini assortiti di diversi cibi coreani e patatine fritte.
L'ho provato: per chi venisse a Seul e volesse mangiare nell’american fastfood, consiglio vivamente di provare il korean fastfood!
L'ho provato: per chi venisse a Seul e volesse mangiare nell’american fastfood, consiglio vivamente di provare il korean fastfood!
Il fastfood Lotteria. La risposta coreana a McDonald! |
Oddio!! C’è mancato poco che fossi investito da un ciclista; distratto, com’ero, dalle vetrine dei negozi.
A Seul, i ciclisti corrono sui marciapiedi e non sulle strade, mettendo in serissimo pericolo l’incolumità degli inferociti (al passaggio delle bici) pedoni.
Le biciclette sono condotte da ragazzi liceali, i quali, pur di non frenare davanti all’ostacolo “umano”, preferiscono esibirsi in arditi e spericolati slalom, per evitare i passanti.
Per poco non mi prendeva quell’emulo di Francesco Moser! (in Corea conosceranno il nostro grande campione ed oggi produttore di eccellenti vini?).
A Seul, i ciclisti corrono sui marciapiedi e non sulle strade, mettendo in serissimo pericolo l’incolumità degli inferociti (al passaggio delle bici) pedoni.
Le biciclette sono condotte da ragazzi liceali, i quali, pur di non frenare davanti all’ostacolo “umano”, preferiscono esibirsi in arditi e spericolati slalom, per evitare i passanti.
Per poco non mi prendeva quell’emulo di Francesco Moser! (in Corea conosceranno il nostro grande campione ed oggi produttore di eccellenti vini?).
Ecco McDonald (anche su questa via), la risposta americana al coreano Lotteria!
La risposta americana a Lotteria |
Camminando, sono giunto a destinazione: il Tagpol Park è alla mia sinistra; attraverso la strada (c’è meno pericolo di essere investiti, perché i ciclisti non passano sulle strade) ed entro.
L'ingresso del Tapgol Park. |
Il Tapgol Park si trova sul sito del Tempio Wongak, distrutto durante il regno di Yeonsangun e Jungjong a causa della politica di repressione del buddismo.
Alla fine del diciannovesimo secolo fu l’irlandese John McLeavy Brown, commissario capo delle dogane in Corea a suggerire di costruire un parco in stile occidentale.
Fu realizzato nel 1890, diventando cos’ il primo parco moderno della Corea e fu aperto al pubblico solo dal 1913.
Il 1° Marzo 1919 fu proclamata, in questo parco, la Dichiarazione d'Indipendenza e cominciò l'inizio del movimento per l'indipendenza contro il dominio giapponese, diffonde dosi in tutta la Corea (http://www.exploringkorea.com/tapgol-park/).
Alla fine del diciannovesimo secolo fu l’irlandese John McLeavy Brown, commissario capo delle dogane in Corea a suggerire di costruire un parco in stile occidentale.
Fu realizzato nel 1890, diventando cos’ il primo parco moderno della Corea e fu aperto al pubblico solo dal 1913.
Il 1° Marzo 1919 fu proclamata, in questo parco, la Dichiarazione d'Indipendenza e cominciò l'inizio del movimento per l'indipendenza contro il dominio giapponese, diffonde dosi in tutta la Corea (http://www.exploringkorea.com/tapgol-park/).
Ho visitato il monumento, che ricorda la marcia, svolta il 1° marzo 1913 per la dichiarazione d’indipendenza, edificato nel 1980, per commemorare l’importantissimo evento.
Notizie biografiche dell'attivista Byung Hee Son |
La statua di Byung Hee Son |
A fianco, la statua di bronzo di Byung Hee Son (1861 – 1922), realizzata nel 1966. Era un attivista indipendente, che guidò 33 uomini, rappresentanti di tutto il popolo coreano, durante la marcia del 1° marzo 1913.
Sulla sinistra la Palgakjung, costruito nel 1897, trasformando il sito del tempio Wongak in un padiglione ottagonale, ed è stato usato come luogo per concerti per la famiglia imperiale.
Il 1 ° marzo 1919 alle ore 14, è stata recitata qui la Dichiarazione d’indipendenza.
Al centro del parco, il Tempio Wongak, costruito nel 1465.
L'altezza della torre è di 12 metri; delle scritture buddhiste sono conservati all’interno della torre.
L'altezza della torre è di 12 metri; delle scritture buddhiste sono conservati all’interno della torre.
Il Tempio Wongak |
I rilievi, che ricordano le varie tappe della Marcia d'indipendenza del 1° Marzo 1913 |
Da sfondo a tutto il giardino, i rilievi in bronzo, che ricordano la Marcia d’indipendenza.
Quasi nascosto tra le bellissime e curate piante, il memoriale in ricordo del Bonzo Han Yong Un (1879 – 1944), che fu anche poeta ed un attivista indipendente.
Il memoriale in ricordo del Bonzo Han Yong Un (1879 - 1944) |
Il parco a quest’ora è frequentato soprattutto da anziani, che discutono tra loro; alcuni hanno dei larghi e coloratissimi ventagli.
Proseguo per la prossima destinazione: la Cattedrale cattolica di Myeong Dong, lasciando i miei carissimi anziani alle loro discussioni, intrise di memorie ed emozioni di una vita lunga, lunghissima e piena di ricordi, che, troppo spesso, noi, più giovani, non troviamo il tempo, per ascoltare.
Proseguo per la prossima destinazione: la Cattedrale cattolica di Myeong Dong, lasciando i miei carissimi anziani alle loro discussioni, intrise di memorie ed emozioni di una vita lunga, lunghissima e piena di ricordi, che, troppo spesso, noi, più giovani, non troviamo il tempo, per ascoltare.
La Cattedrale cattolica di Myeong Dong
Si trova nella zona di Myeong Dong Euljiro.
Sui lati del marciapiede, ci sono dei pannelli di plastica di color grigio, contenenti informazioni turistiche assai preziose, che aiutano a procedere nella direzione giusta oppure a correggerla, se fosse sbagliata.
Incredibile! Una gioielleria (e non è l’unica) senza porta blindata!
Non ci sono ladri?
In Italia, prima di entrare in una gioielleria, per poco non ti sottopongono ad una perquisizione corporale…
Sui lati del marciapiede, ci sono dei pannelli di plastica di color grigio, contenenti informazioni turistiche assai preziose, che aiutano a procedere nella direzione giusta oppure a correggerla, se fosse sbagliata.
Pannelli per luoghi turistici. |
L'ingresso di una gioielleria,
senza porta blindata!
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In Italia, prima di entrare in una gioielleria, per poco non ti sottopongono ad una perquisizione corporale…
Vado verso la fermata metro più vicina: Jongno 3 – ga (metro uno, colore blu) in direzione Soyosan e scenderò alla fermata Dongdaemun, per cambiare metro e prendere la linea 4 (colore celeste) in direzione Oido e scendere alla fermata Myeongdong uscita 8.
La fermata metro Jongno 3-ga. |
La direzione per Oido |
Attenzione a non distrarsi, ora che arriva la metro, per…? Non mi ricordo più!!
Appena scendo alla fermata metro Dongdaemun, trovo conforto nelle indicazioni, ripetute in più avvisi.
Percorro uno stretto corridoio in direzione della linea 4; salgo delle scale e trovo altre indicazioni, che – sembrano – voler prendere per mano il timoroso viaggiatore, che va alla ricerca della metro perduta. Proseguo, avendo alla mia destra, dipinta sul muro, la linea celeste, che va verso una scala mobile, alla cui sinistra Seven Eleven, l’emporio in franchising, dove compro dell’acqua (altrimenti passo allo stato gassoso).
Seven Eleven. Che fortuna! |
L’ultima scala mobile mi conduce alla stazione dei treni.
Regola non scritta per l’uso delle scale mobili: posizionarsi sul lato destro del gradino, lasciando libero il lato sinistro per il passaggio dei passeggeri, che vanno più veloci del ciclista, che mi stava investendo poco fa.
Regola non scritta per l’uso delle scale mobili: posizionarsi sul lato destro del gradino, lasciando libero il lato sinistro per il passaggio dei passeggeri, che vanno più veloci del ciclista, che mi stava investendo poco fa.
La Cattedrale è a 200 metri dalla fermata metro.
Il sole fa sentire la sua presenza, anche se, ogni tanto, un po’ di pioggia rinfresca l’aria.
Ad un certo punto mancano le indicazioni, allora, per non sbagliare, si deve girare la prima via, che s’incontra, passando di lato al Seul Royal Hotel e la Cattedrale è poco più avanti, sulla destra.
Ci sono dei lavori in corso, che provocano un rumore indiavolato (meno male che stiamo vicino ad una Chiesa, possiamo star tranquilli!).
Entro, accolto da un silenzio straordinario; i pochi fedeli sono raccolti in preghiera.
Non ci sono funzioni sacre, non vedo sacerdoti in giro.
La cattedrale è in stile gotico; dalle ampie finestre ad arco acuto, con la figura del loto decorato, che si trovano sulle navate laterali, entra luce.
L’abside ha cinque vetrate, sempre ad angolo acuto, decorate con disegni, riproducesti la vita di Gesù.
Anche dall’abside, si è investiti dalla Luce, mentre il portale è il punto meno luminoso, perché il pellegrino, provenendo dall’esterno, proviene dal Buio ed, entrando nel Tempio di Dio, procedendo verso l’abside, laddove è conservato il Tabernacolo, va verso la Luce, verso la Conoscenza, verso il punto più luminoso.
Le vetrate laterali, invece, sono interrotte dal muro (in un gioco di luce – buio; bianco – nero); il pellegrino, un poco alla volta, è ammesso alla Conoscenza ed alla Verità con il cammino verso l’abside.
Egli non può passare dal Buio alla Luce improvvisamente ed immediatamente, sarebbe accecato dalla Verità.
Ecco che il passaggio Buio – Luce (portale d’ingresso – abside) è reso graduale dalla luce, che entra dalle finestre, che si trovano sulle navate, più si procede verso il Tabernacolo e più questa Cattedrale, giustamente, si riempie di luce.
Il Tabernacolo è il luogo, che può essere occupato solo dal Sacerdote cioè da colui che getta i ponti con Dio.
Il fedele, pur investito dalla Luce, non è nello stato coscienziale del sacerdote, che, per mezzo dell’insegnamento ricevuto, è rinato nel giusto stato coscienziale, per essere tramite tra Cielo e Terra, tra Luce e Buio, tra Dio e gli uomini.
Il sole fa sentire la sua presenza, anche se, ogni tanto, un po’ di pioggia rinfresca l’aria.
Ad un certo punto mancano le indicazioni, allora, per non sbagliare, si deve girare la prima via, che s’incontra, passando di lato al Seul Royal Hotel e la Cattedrale è poco più avanti, sulla destra.
Il Seul Royal Hotel |
Entro, accolto da un silenzio straordinario; i pochi fedeli sono raccolti in preghiera.
La Cattedrale Cattolica di Myeong Dong |
La Cattedrale Cattolica di Myeong Dong |
La Cattedrale Cattolica di Myeong Dong |
La cattedrale è in stile gotico; dalle ampie finestre ad arco acuto, con la figura del loto decorato, che si trovano sulle navate laterali, entra luce.
L'interno della Cattedrale |
Anche dall’abside, si è investiti dalla Luce, mentre il portale è il punto meno luminoso, perché il pellegrino, provenendo dall’esterno, proviene dal Buio ed, entrando nel Tempio di Dio, procedendo verso l’abside, laddove è conservato il Tabernacolo, va verso la Luce, verso la Conoscenza, verso il punto più luminoso.
L'abside, il punto più luminoso |
Il Portale, il punto meno luminoso. |
Egli non può passare dal Buio alla Luce improvvisamente ed immediatamente, sarebbe accecato dalla Verità.
Ecco che il passaggio Buio – Luce (portale d’ingresso – abside) è reso graduale dalla luce, che entra dalle finestre, che si trovano sulle navate, più si procede verso il Tabernacolo e più questa Cattedrale, giustamente, si riempie di luce.
Il Tabernacolo è il luogo, che può essere occupato solo dal Sacerdote cioè da colui che getta i ponti con Dio.
Il fedele, pur investito dalla Luce, non è nello stato coscienziale del sacerdote, che, per mezzo dell’insegnamento ricevuto, è rinato nel giusto stato coscienziale, per essere tramite tra Cielo e Terra, tra Luce e Buio, tra Dio e gli uomini.
Gyeongbokgung Palace.
Siete pronti? Si parte!
Siete pronti? Si parte!
Veloce spuntino in un ristorante vicino la Cattedrale; ho mangiato del cibo coreano buonissimo!
Mi trovo sulla metro, alla stazione di Myeong Dong; sono sceso a Chungmuro, per prendere la linea 3 in direzione Daewha, fermata Gyeongbokgung, uscita 5.
Questa uscita si trova alla destra della porta Gwanghwamun.
Acquisto il biglietto, attraversando in largo tutta l’area iniziale sotto un sole di rame.
Sulla sinistra del riso avvolto con alghe; accanto del
kimchi (cavolo cinese speziato) e davanti del polipo. |
La fermata metro di Gyeongbokgung |
Questa uscita si trova alla destra della porta Gwanghwamun.
L'ingresso del Palazzo Gyeongbokgung. La porta Gwanghwamun |
Acquisto il biglietto, attraversando in largo tutta l’area iniziale sotto un sole di rame.
Un po’ di storia.
Il Palazzo Gyeongbokgung fu costruito nel 1395, tre anni dopo la dinastia Joseon e fu utilizzato, per più di cinquecento anni, come palazzo principale. La porta d’ingresso Gwanghwamun era il cuore della capitale, avendo alle spalle il monte Bugaksan e di fronte la via Sejogno.
Il palazzo è stato costantemente ampliato nel corso di quasi trecento anni, prima di essere ridotto in cenere durante l'invasione giapponese del 1592.
Solo nel 1867, il Principe reggente, Heungseon Daewongun, decise di ricostruire i giardini del palazzo.
Il complesso consta di 500 edifici, costruiti come un labirinto, dove trovavano spazi gli uffici per i funzionari, per il Re e per la burocrazia, l’abitazione per la famiglia reale, l’abitazione per la Regina, per il Principe ereditario ed i giardini per il tempo libero e la ricreazione. Essendo il simbolo della sovranità nazionale, il palazzo è stato demolito durante l'occupazione giapponese.
Nel 1911, la proprietà del palazzo fu stato trasferito al governo giapponese e nel 1915, con il pretesto di una mostra, più del 90 per cento degli edifici del palazzo sono stati abbattuti. I giapponesi hanno costruito la loro sede coloniale, il palazzo del governo principale davanti al palazzo Gyeongbokgung.
Il restauro del palazzo, per riportarlo al suo antico splendore, è in corso dal 1990; l'edificio coloniale delle amministrazioni pubbliche giapponesi è stato rimosso e la porta Heungnyemun è stata ripristinata conforme al suo stato originale.
Il Palazzo Gyeongbokgung fu costruito nel 1395, tre anni dopo la dinastia Joseon e fu utilizzato, per più di cinquecento anni, come palazzo principale. La porta d’ingresso Gwanghwamun era il cuore della capitale, avendo alle spalle il monte Bugaksan e di fronte la via Sejogno.
Il palazzo è stato costantemente ampliato nel corso di quasi trecento anni, prima di essere ridotto in cenere durante l'invasione giapponese del 1592.
Solo nel 1867, il Principe reggente, Heungseon Daewongun, decise di ricostruire i giardini del palazzo.
Il complesso consta di 500 edifici, costruiti come un labirinto, dove trovavano spazi gli uffici per i funzionari, per il Re e per la burocrazia, l’abitazione per la famiglia reale, l’abitazione per la Regina, per il Principe ereditario ed i giardini per il tempo libero e la ricreazione. Essendo il simbolo della sovranità nazionale, il palazzo è stato demolito durante l'occupazione giapponese.
Nel 1911, la proprietà del palazzo fu stato trasferito al governo giapponese e nel 1915, con il pretesto di una mostra, più del 90 per cento degli edifici del palazzo sono stati abbattuti. I giapponesi hanno costruito la loro sede coloniale, il palazzo del governo principale davanti al palazzo Gyeongbokgung.
Il restauro del palazzo, per riportarlo al suo antico splendore, è in corso dal 1990; l'edificio coloniale delle amministrazioni pubbliche giapponesi è stato rimosso e la porta Heungnyemun è stata ripristinata conforme al suo stato originale.
Entro nella porta Heungnyemun, il colonnato collega l’altro ingresso Geunjeongieon.
La porta Heungnyemun. |
La porta di Geunjeongieon |
Un po’ di storia. Geunjeongieon e dintorni
E’ la principale sala del trono del palazzo Gyeongbokgung: il nome significa che “tutti gli affari saranno gestiti correttamente, se vostra maestà dar prova di diligenza”. Gli affari di stato, che il re trattava, comprese le riunioni, i ricevimenti per gli inviati stranieri e, soprattutto, la cerimonia dell'incoronazione, sono stati tutti celebrati qui. Il pavimento è di granito ed il comprensorio è formato da due colonnati, divisi dalla porta Gunjeongmun, dove il Re, quattro volte al mese, riceveva ufficiali, militari (obbligati all’alta uniforme) e civili.
La porta Gunjeongmun |
Il palazzo Geunjeongjeon: la sala del trono era qui. |
Un po’ di storia: Sajeongjeon e dintorni
E’ la sala dove il Re “dovrebbe riflettere profondamente, prima di decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato”. Il Re si riuniva con i funzionari di stato e presiedeva le riunioni. Il Manchunjeon ed il Cheonchujeon erano due edifici ausiliari, con il pavimento riscaldato, utilizzato per il Re durante la stagione fredda.
Il palazzo Manchunjeon, usato dal Re,
durante la stagione fredda.
|
Anche il palazzo Cheonchujeon era usato
dal Re, durante la stagione fredda
|
Interno del palazzo Cheonchujeon |
Un po’ di storia. Quarta area, Gangnyeongjeon e Gyotaejeon: uno sguardo sulla vita di ogni giorno della famiglia reale.
Gangnyeongjeon era il quartier generale del Re, dove leggeva, riposava e trattava gli affari privati dello stato con il suo entourage.
Il quartier generale del Re: il palazzo Gangyeongjeon |
La stanza sinistra del palazzo Gangyeongjeon,
occupata dalle Dame di corte
|
La stanza destra del palazzo Gangyeongjeon |
La stanza di centrodestra del palazzo Gangyeongjeon |
Gyotaejeon fu presumibilmente costruita nel 1440; era la residenza della regina, da dove vigilava sul perfetto funzionamento dell’organizzazione familiare.
Il palazzo Gyotaejeon, la residenza della Regina |
Procediamo nella quinta area.
Un po’ di storia: Heumgyeonggak e Hamwonjeon.
Sono gli edifici per le necessità della famiglia reale. Heumgyeonggak era la stanza, dove il Re valutava il movimento dei corpi celesti, per decidere (essendo una società agricola) i migliori momenti dell’anno agricolo.
La stanza Heumgyeonggak, adibita a scrutare il movimento dei corpi celesti. |
Dopo vari incendi, questi edifici sono stati ricostruiti nel 1888, per essere, poi, smantellati nel 1917, apparentemente per fornire materiale di costruzione per il palazzo Changdeokgung, distrutto da un incendio di quell'anno.
L’area Jagyeongjeon si trova alla sinistra del precedente complesso.
Un po’ di storia. Jagyeongjeon.
Jagyeongjeon fu la residenza della regina madre Dowager Jo, madre del re Heon Jong, ventiquattresimo monarca della dinastia Joseon.
La sala Jagyeoongjeon, residenza della
regina madre.
|
La regina madre ebbe un ruolo cruciale, nell’intronazione di re Gojong.
Il papà di re Gojong ricostruì la residenza della regina madre, Dowager Jo, come le migliori e le più sfarzose del palazzo Gyeongbokgung.
La struttura originale è stata distrutta due volte da incendi e il complesso attuale fu costruito nel 1888. Cheongyeonnu e Hyeopgyeongdang erano i salotti estivi.
La sala Cheongyeonnu, il salotto dell'estate |
L'altro salotto estivo: la sala Heopgyeongdang |
L’area settima (Donggung e dintorni) e ottava (Hamhwadang e Jipyoengdang) non sono visibili, in quanto in restauro. Procedo verso la nona area.
Un po’ di storia. Hyangwonjeong e Geoncheonggung: il palazzo di Re Gojong all’interno di un palazzo. Hyangwonji era l’appartamento per le concubine, che si trovava al centro di un isolotto.
Il Hyangwonji era il palazzo delle concubine,
si trova al centro di un magnifico lago.
|
Lascio il refrigerante lago, per dirigermi alla decima area.
Un po’ di storia. Jibokjae e dintorni: armonia di stili Qing cinese e coreano tradizionale.
Il palazzo Gyeongbokgung, nel 1876, subì gravi danni a causa di un incendio, costringendo re Gojong a trasferirsi temporaneamente a palazzo Changdeokgung e vi ritornò nel 1885.
A quel tempo, Jibokjae ed il padiglione di Hyeopgildang furono spostati dal palazzo Changdeokgung a una zona ad ovest di Geoncheonggung, residenza di Re Gojong, e furono utilizzati come libreria e sala d’accoglienza per gli ospiti stranieri. Le pareti laterali di Jibokjae furono realizzate nello stile cinese Qing.
La sala Jibokjae: la libreria |
La sala Hyepgildand: la sala d'accoglienza per gli ospiti. |
Parujeong è un padiglione ottagonale a due piani con delle colonne decorate in stile cinese Qing. Infine, Hyepgildang è una tradizionale casa coreana con pavimento riscaldato.
Il padiglione Parujeong. |
La penultima area il Taewonjeon e dintorni.
Un po’ di storia. Re Gojong si sforza di garantire la legittimità del suo governo.
Il Re Gojong non era un principe e, per questo motivo, dovette, coll’aiuto del padre, Heungseon Daewongun, rispondere alle pressanti domande sulla propria legittimità regale e al fine di garantirla costruì il santuario di Taewonjeon, per ospitare i ritratti dei re precedenti.
Il santuario Taewonjeon |
Un po’ di storia. Dodicesima area: il padiglione Gyeonghoeru. L’apice della bellezza architettonica.
Gyeonghoeru era il palazzo, adibito ai banchetti regali, offerti agli ospiti stranieri.
Il Gyeonghoeru, il palazzo dove il Re offriva banchetti per gli ospiti stranieri. |
Quando fu ricostruito nel 1867, furono posti nello stagno due draghi di bronzo, per proteggere l'edificio dai danni del fuoco o dell'acqua.
Uno dei due draghi, dal 1997, è stato tolto dallo stagno ed è ora esposto al Museo Nazionale della Corea.
E da questo punto davvero stupendo, vi saluto, carissimi amici, ringraziandovi per la tanta pazienza dimostrata, leggendo questo post, assai lungo.
Ho raccontato solo una piccola parte di quello che ho visto, la bellezza dei luoghi, la poesia dei luoghi visitati non può essere raccontata attraverso le parole, perché appartengono allo spirito e le emozioni dello spirito non possiamo raccontarle, appartengono ad ognuno di noi, ma, qualche volta, è bello almeno provare a dirle.
Il sole sta lentamente scendendo e la sera, tra poco, sarà su Seul. Vado a casa con negli occhi tanta storia, che ho visto e ho provato a raccontare a voi tutti, che mi leggete (grazie di cuore!).
Arrivederci da un italiano in Corea.
P. S. Le notizie inerenti al Tapgol Park ed al palazzo Gyeongbokgung sono state prese dalla guida, che si trova all’ingresso del Parco.
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