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domenica 22 luglio 2012

22 Luglio 2012. The tourist (parte prima)

L'ingresso del Tempio buddista Bongeunsa di Seul.
Libero dagli impegni professionali, in compagnia di una conturbante signorina (la pioggia e non...Angelina Jolie!), dedicherò gran parte della mattinata a visitare due luoghi storici di Seul.
Iniziamo dal tempio buddhista Bongeunsa (http://www.lifeinkorea.com/Travel2/64), che si trova di fronte Coex Mall.

Oggi niente macchina; taxi e le gambe saranno i miei mezzi di trasporto.
In cinque minuti di taxi, arrivo al tempio.
Davanti ad un traffico sempre presente, il tempio apre le porte con la sua magnificenza ai pellegrini ed ai visitatori.

Non posso non notare, sulla destra, alcuni negozi di souvenir. A quanto pare, il turismo religioso sembra sia presente anche qui con i suoi simboli caratteristici...

Negozio di souvenir.
Alcuni escono dal tempio, mentre altri si dirigono verso il tempio, con passo veloce, non curandosi dei negozietti presenti sul lato destro.

Attraversato l'ingresso, ai cui lati ci sono delle statue con sguardi terribili (I quattro Re del Cielo, i quali, pur avendo un aspetto demoniaco, sono protettori dei luoghi, dove viene praticato il bene cfr. AA. VV. "Dizionario della sapienza orientale buddhismo, induismo, taoismo, zen. Edizioni Mediterranee 1991), davanti ai quali dei fedeli, che escono dal tempio, s'inchinano con le mani giunte in segno di devozione e riverenza.
Procedendo verso il tempio, si trovano delle tombe; dal lato opposto un laghetto, il cui suono contrasta, si oppone, lotta e vince il rumore del traffico e lo strombazzare dei clackson.


Alcune tombe di Bonzi.

Il piccolo fiume all'interno del Tempio.










Procedo in leggera salita, di fronte il tempio principale, che si sta svuotando di devoti, cosicché potrò visitarlo senza disturbare i sacri riti.

Il tempio principale: Beopwang-ru (il Padiglione del Re del Dharma).
Mi passano accanto due bonzi, riconoscibili dalle divise grigie, indossano un largo cappello di paglia, per ripararsi dal sole.
Ecco, mi trovo nel passaggio, che si trova sotto il tempio grande.
Enorme il contrasto tra il pavimento in cemento armato e lo splendido soffitto a sfondo azzurro con dei fiori disegnati dai colori ora accesi, ora tenui.

Particolare del soffitto, che si trova sotto Beopwang-ru
(il  Padiglione del Re del Dharma)

Oh! C'è un bancomat! Non perché si è buddhisti, non si abbia bisogno di soldi!


Il bancomat!










Ancora gradini da salire e poi una scenografia, che lascia senza fiato! Un soffitto, costituito da lanterne, sulle quali è scritto il nome del fedele e, attaccato, un foglio con le preghiere e richieste di grazie.

Le lanterne votive.

Al termine delle scale, sono investito da un forte e gradevolissimo odore d'incenso, proveniente dall'ara centrale.
L'ara, che si trova dopo il padiglione Beopwang-ru.

 Alcuni fedeli sostano con devozione di fronte all'ara, davanti alla quale è posto un contenitore metallico con due fessure, nelle quali introducono delle buste chiuse bianche.

La teca di fronte all'ara.








Quindi, accendono una candela bianca, che hanno con loro, e bruciano dei bastoncini d'incenso nei bracieri, posti ai lati. Poco dietro, due enormi ritratti, raffiguranti il Buddha.
Alla destra, vedo un piccolo tempio: Seonbul - dang. Durante la dinastia Joseon (1392 - 1897) (http://en.wikipedia.org/wiki/Joseon)  fu usato come centro d'esame per i monaci.
All'interno noto fedeli raccolti in preghiera.
Preferisco non entrare, per non disturbare le pratiche religiose, limitandomi ad osservare dall'esterno.
Il silenzio domina su tutto in questo spazio sacro. Quel silenzio, che spesso dimentichiamo, stritolati quasi dal viver quotidiano.
Continuo il mio tour del silenzio ed incontro un altro piccolo tempio (Jijiang-jeon) ricco di statue e disegni coloratissimi, che tappezzano le pareti.
Anche in questo luogo, pellegrini in preghiera, seduti sul pavimento sopra dei cuscini di stoffa di colore rosso.
Due inservienti stanno riordinando il tempio. Sono piuttosto anziane, hanno uno straccio, con cui puliscono le suppellettili prima di prenderle, per portarle nella stanza attigua e si muovono scalze.
Un pellegrino è occidentale; è molto concentrato nei suoi devotissimi inchini; un'altra fedele legge, alzandosi, un libro: poche pagine, per poi sedersi, deponendo il libro davanti a sé.


Interno del Padiglione Jijiang-jeon (Il Picco dell'avvoltoio)
Lascio i fedeli alla meditazione e, spalle al tempio, m'incammino verso il tempio più grande.
Ha smesso di piovere; forse, la pioggia si è accorta che stava disturbando quest'oasi di pace e serenità.
Per entrare in ogni tempio, ci si deve togliere le scarpe e riporle negli appositi scaffali. Così fatto, entro nel tempio.


Le scarpe di devono depore all'interno dello scaffale
prima di entrare nel Tempio.
L'ingresso è alla sinistra dell'altare; sul pavimento in legno tanti cuscini rosso. Ne prendo uno anch'io, sedendomi.

E' il Tempio Beopwang - ru, che ospita il Buddha, re del Dharma.

Il Padiglione  Beopwang-ru (il Re del Dharma).










Ci sono 3.300 statue del Buddha Bodhisattva (il Buddha della Compassione).

Particolare delle 3.300 statue del Buddha.

Si trova geometricamente al centro di questo spazio sacro.
Tante piccole statue color oro del Buddha, disposti uno accanto all'altro, segnano la parete alla destra. 
Lo sguardo corre al soffitto, rapito da colori intensi, accesi, sfolgoranti di rosso con dei piccoli cartoncini, sui quali è disegnato un numero. La parete alla destra del Buddha è quasi riempita da un disegno, la cui caratteristica, che immediatamente mi colpisce, è la colorazione accesa. Che differenza con le nostre Chiese! In questi templi, la luce domina dall'esterno, nelle nostre Chiese la luce va cercata all'interno del dolore, espresso dall'Arte attraverso le meravigliose creazioni dei nostri grandi Maestri.
Tre signore, che indossano l' "hanbok", il tradizionale costume coreano, pregano nei pressi dell'ara, inginocchiandosi più volte.


Le tre signore, che indossano l' "hanbok"
(il tradizionale costume coreano), mentre
pregano.
Continua il lento pellegrinaggio dei fedeli; io cerco di non disturbare con la mia estranea presenza e, dopo aver riposto il cuscino, vado verso l'altare, inchinandomi verso il Buddha e guadagno l'uscita.

Ritrovo le scarpe dove l'avevo lasciate! Non avevo dubbi, essendo l'unico occidentale presente in questo tempio.
Alle spalle del tempio maggiore, sorge un altro piccolo tempio, che sarà meta della prossima visita.
Anche qui, splendide riproduzioni del Buddha, introducono meglio alla meditazione. 

E' un tempio decisamente più affollato. E' il tempio Daewong - Jeon.


L'interno del Padiglione Daewong-jeon (La sala del Buddha)
Ci sono tre statue di Buddha all'interno: al centro il Buddha Sakyamuni (il Buddha per eccellenza), Amitabha Buddha (il Buddha, che, durante le sue vite, ha compiuto molte azioni buone, meritandosi l'appellativo di Buddha Sakyamuni) e il Buddha della Medicina (il Buddha, che porta il devoto all'illuminazione).
Il viso dei tre Buddha sembra totalmente rapito dalla beatitudine, la testa leggermente reclinata verso il basso.
Ancora un trionfo di colori vivi, come se la luce debba provenire dall'arredo del tempio piuttosto che dal sole esterno.


Il volto dei tre Budda: Budda Amitabha, Budda Sakyamuni, Budda della Medicina. 

Ci sono anche diversi giovani, che esercitano le pratiche religiose.
E' davvero rasserenante per me, abituato purtroppo al rumore quotidiano, visitare questo luogo, dove anche il silenzio sembra che inviti al ritorno in se stessi, per ricordare l'importanza del sacro, la cui dimora è nel centro della propria spiritualità.
E' un percorso, di cui perdo spesso la strada, conducendomi su vie diverse; questo luogo di beatitudine e serenità sembra mettere al centro me stesso e confronto me stesso con il Sacro.

 Lascio questo ennesimo tempio, per recarmi a visitare un'altra sezione di questa oasi.
Ancora luoghi per la meditazione e, dominante dall'alto la statua del Buddha, che emana tanta serenità per come è stato scolpito e quindi rappresentato nella sua eterna beatitudine, che vorrei scendesse su questo mondo malato.


La sua eterna beatitudine scenda su questo mondo malato.


P.S. Chiedo scusa agli eventuali amici buddhisti o conoscitori della dottrina buddhista, che dovessere leggere questo post. Non sono affatto esperto di buddhismo, la cui dottrina (che mi riservo di approfondire in futuro) ignoro e non vorrei aver commesso errori. Sempre disponibile ad intervenire nel post, per correggere qualsiasi tipo di imprecisioni o errori, dietro segnalazione grazie!

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